Giorgio Maria Gerardo Pastafiglia, in arte Giò Pasta nasce a Fano.

Artista pittore, scenografo, illustratore, food design, musicista, teatrante.

Maestro d’Arte all’Istituto statale D’Arte “Fanum Fortunae” di Fano. Grazie a questo straordinario tempio delle arti figurative e plastiche, agli insegnamenti dei docenti, ne assimila le tecniche e i segreti. Si trasferisce a Milano per proseguire gli studi. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e affitta uno studio, in via dei Fiori Chiari, 18. Il quartiere di Brera situato nel cuore della Milano, più vibrante, più libera e anticonformista degli anni 60: un decennio d’oro, d’arte, musica, moda, design e voglia di vivere.

Giò Pasta, predilige la figurazione pittorica e trae ispirazione non solo per le opere d’arte che affollano la Pinacoteca di Brera nata nel 1776, ma sposta il baricentro per una particolare sensibilità e affinità, d’introspezione per i Maestri Caravaggio, Hieronymus Bosch Salvator Dalì, passando da Max Ernst.

Come diceva
A. Manzoni..

..LA MILANESITÀ È UN’ATTITUDINE CHE NON È INNATA, ma può essere acquisita. Studia musica, chitarra classica prima, e percussioni poi.

La Milano degli anni settanta, non era solo piombo. Ma anche fervido laboratorio di esperienze finanziarie; effervescente centro di iniziative artistiche e sperimentazioni teatrali; sede di memorabili esposizioni; fonte di talentuosi stilisti capaci di coniare un brand che sarà esportato in tutto il mondo; officina della rivoluzione dei linguaggi pubblicitari e degli stili comunicativi, delle nuove tecnologie e del terziario avanzato.

Accelerare: è la prima condizione.

Bisogna abituarsi a fare qualunque cosa più veloce: nei modi di fare, parlare senza divagare, ma soprattutto quando ci si muove.

Il milanese quando passeggia cammina, quando cammina corre.


Gio’ Pasta, predilige la figurazione pittorica e trae ispirazione non solo per le opere d’arte che affollano la Pinacoteca di Brera nata nel 1776, ma sposta il baricentro per una particolare sensibilità e affinità, d’introspezione per i Maestri Hieronymus Bosch e Salvator Dali’, passando da Max Ernst.

Gio’ Pasta non cerca attraverso la figurazione pittorica o plastica, di un concetto astratto, modelli della vita quotidiana: si esprime soprattutto per mezzo di personificazioni e simboli. Retaggio delle sue visioni che affiorano, fin da adolescente, attingendo dal suo immaginario mentale.

Nel 1974, vince il 1° Premio Nazionale – “Curzio Malaparte” per la grafica, patrocinato dall’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Si reca in questa citta, frequenta, oltre che i luoghi sensibili dell’arte, i paesaggi sovrasensibili della filosofia orientale che inciderà maggiormente nel suo percorso creativo.

Prosegue la sua formazione spirituale attraverso gli insegnamenti di un Maestro di filosofia orientale/tibetana. Tutto ciò che circonda la sua esistenza è come un’energia, uno specchio che mostra e arricchisce il suo mondo interiore.

Un noto mercante Romano di passaggio a Firenze nota le opere esposte dell’artista, nasce una collaborazione e si trasferisce a Roma, dove opererà per diversi anni.

Nel 2000, la passione e poliedricità artistica gli permette di consolidare rapporti nel mondo dell’Arte e del Teatro, affinando quel senso irresistibile che l’appassiona e coinvolge, lo spettacolo, con più artisti, appartenenti a discipline diverse ma complementari, collabora alla realizzazione d’eventi multimediali e fonda la MultiArtEvents.

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